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Bambini... con ricevuta di ritorno

La notizia
Iris e Iman, lieto fine con ministro. La mamma ha riportato dalla Siria la bimba rapita dal padre.
Il Secolo XIX, 20 agosto 2002

Mariella Torasso Il commento
Dalla Siria con Iman […] il sorriso di Iris Moneta arrivata ieri mattina a Malpensa con la piccola Iman, sottrattale dal marito nell'aprile scorso.

Tante situazioni…un uomo e una donna si conoscono, magari nell'ambiente di lavoro, e si ripresenta forse non mai sopito, il bisogno di trovare nell'altro qualcosa che sembra mancarci, qualcosa che, probabilmente, si è percepito come insufficiente fin dalla più tenera infanzia.

Il desiderio di qualcuno che, senza chiederci niente, sia disposto a soddisfarci in ogni cosa…ed ecco, sembra che - può essere la volta buona, chissà! - costui esista veramente. Davvero il partner sembra perfetto, lo vediamo così, egli è disposto a farsi contenitore di ogni nostra angoscia ed a bonificarla, è disposto ad accudirci e ad interessarsi a noi senza curarsi troppo di sé …Iris e Khaled si erano conosciuti in un pub della zona dove lui faceva il buttafuori e lei la cameriera. Poi la gravidanza e l'attesa per quella creatura a cui venne dato un nome arabo. E' la storia di ogni coinvolgimento d'amore, lui o lei sono visti come coloro che ci faranno stare meglio e l'idealizzazione, spesso non permette di scorgere un aspetto maggiormente "umano" nel partner, egli è un angelo in cui ci siamo imbattuti…

A quell'epoca non erano ancora esplosi i contrasti tra il padre e la madre… l tempo passa e l'altro comincia ad assumere dei caratteri propri, oggettivi, svincolati dai bisogni che in lui avevamo proiettato, l'angelo diventa di carne ed ossa, ha sue esigenze, limiti e bisogni che molto spesso possono entrare in conflitto con i nostri. Subentra l'esigenza di un confronto e di un riconoscimento della diversità del partner da noi e tuttavia anche della comune esperienza di essere umano che all'altro ci rende simili.

Se del partner non si accetta il fatto che possa essere "buono" e "cattivo" contemporaneamente, con la presenza di lati senz'altro apprezzabili ma con altri che possono esserlo molto meno, la delusione provata potrà portare a considerarlo del tutto disprezzabile e il passaggio sarà tanto più marcato quanto prima lo si era considerato ideale; egli improvvisamente ci apparirà come un angelo del male, un angelo decaduto.

Può diventare inevitabile, a volte, separarsi, ritrovarsi a gestire qualcosa che sembra molto più grande di noi, compreso l'affidamento degli eventuali figli.

Ora, se per diversi motivi una coppia sceglie di separarsi non per questo un padre ed una madre cessano di essere tali: e quando nacque Iman, Iris non immaginava che quella bambina sarebbe diventata un oggetto di contesa quasi fosse un pacco da sottrarre e nascondere all'altro coniuge e che per lei sarebbero esplose liti e violenze di ogni genere.

Spesso al bambino non viene dato il diritto di ricevere l'affetto di entrambi i genitori separati ma lo si considera alla stregua di un'arma che può offendere l'ex partner che tanto ci ha illuso rivelandosi poi così diverso. Il figlio può venire sottratto, rapito, per mezzo suo si può tentare di manipolare l'ex coniuge colpevolizzandolo, ferendolo a morte. In altre parole il bambino viene vissuto come mero prolungamento dell'individuo, strumento della propria onnipotenza narcisistica: così come la propria mano o il piede possono colpire nell'intento di far male, alla stessa stregua può farlo un figlio conteso.

"Ora potrò vivere accanto a mia figlia - ha esclamato la donna - e farla crescere in una famiglia sana, senza esasperazioni religiose". Forse, a volte, un figlio sottratto rappresenta anche una parte di noi che se ne va: la parte infantile che aveva sperato di poter essere amata incondizionatamente da un altro essere senza dover nulla dare in cambio e che adesso si vive sola ed impotente.

Come dice K. Gibran: "I vostri figli non sono i vostri figli. Vengono attraverso di voi, ma non da voi, e benché stiano con voi, tuttavia non vi appartengono. Voi potete dar loro il vostro amore, ma non i vostri pensieri, poiché essi hanno i propri pensieri. Voi potete sforzarvi di essere come loro, ma non cercate di renderli simili a voi".