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Chi sta ai piedi della Croce?

La notizia
Crocifisso obbligatorio in aula " Nessun decreto del governo". Il sottosegretario dell'istruzione Aprea risponde alle interrogazioni in senato: retromarcia del ministero.
La Repubblica, 27 settembre 2002

Daniela Brambilla Il commento
Il 18 settembre alla Camera il ministro Letizia Moratti diceva "Mi sembra doveroso assicurare che il crocifisso venga esposto nelle aule scolastiche". E poi: "Le iniziative da assumere per disciplinare in maniera chiara e certa l'esposizione sono attualmente in via di definizione e alle stesse verrà data attuazione nei prossimi mesi."

Le due dichiarazioni della Moratti hanno suscitato una settimana di polemiche che hanno surriscaldato gli animi di laici e cattolici. Forse la controversia è finita una volta per tutte, il governo non proporrà nessuna legge, decreto o circolare sulla materia.

Il crocifisso nelle scuole mi fa ritornare con il pensiero al passato, quando bambina con l'immacolato grembiulino bianco, stavo seduta immersa in quell'inconfondibile odor di scuola, e alzavo gli occhi, al crocifisso davanti a me, convinta che bastava rivolgersi a quel signore così poco vestito e qualsiasi fatica o dolore mi sarebbe stato risparmiato.

Quindi mi chiedo ma perché anche se solo per poco al ministro Moratti è venuto in mente di imporre il crocifisso nelle scuole, e perché mai ha ritenuto importante occuparsi degli arredi scolastici?

Forse tutto ciò poteva essere utile a rinverdire l'identità nazionale a far in modo che fosse possibile un recupero della nostra cultura e della nostra tradizione.

Frank McCourt in Le ceneri di Angela, raccontando il mondo attraverso gli occhi di un bambino nella cattolica Irlanda di inizio secolo, scrive…

"Ho dieci anni e sono pronto per andare alla chiesa di San Giuseppe a fare la cresima. A scuola il maestro O'Dea ci prepara. Dobbiamo sapere tutto della grazia santificante, una perla di gran valore comprata per noi da Gesù con la sua morte. Il maestro O'Dea alza gli occhi al cielo e ci dice che una volta cresimati diventeremo parte della divinità. Riceveremo i doni dello Spirito Santo: sapienza, intelletto, consiglio, fortezza, scienza e pietà e timor di Dio. Preti e maestri ci dicono che cresimarsi significa diventare un vero soldato della chiesa e dà diritto a morire e a diventare martiri nel caso in cui venissimo invasi dai protestanti o dai maomettani o da qualunque altra razza di miscredenti: Ci risiamo con la morte: mi verrebbe voglia di dire a tutti che per la fede non potrò morire essendo già prenotato per l'Irlanda."

Mi chiedo se la cultura e le tradizioni di un popolo sono davvero recuperabili da un gesto così esteriore, che fa ricorso al pensiero magico infantile. Un gesto che in qualche modo ricorda il cacciatore preistorico, che disegnando cervi sulla parete della caverna sperava che questi si lasciassero cacciare con facilità: "Basterà riunirsi intorno ad un simbolo e noi che siamo portatori di ogni bene vinceremo e trionferemo sul male".

Forse l'umanità tutta, sta facendo ricorso al pensiero magico per non assumersi le sue responsabilità rispetto alla terra, alla vita e agli altri esseri umani che la abitano? Forse è più facile pensare che una religione, come le religioni monoteiste, possiede la verità unica e direttamente rivelata. Inutile dire che di religioni portatrici di verità ce ne può essere al massimo una: quando invece ce ne sono due o, dio non voglia addirittura tre, le cose si complicano ed esplodono. Da un lato, gli altri monoteisti verranno percepiti come sacrileghi e blasfemi, e massacrati nelle reciproche carneficine, che hanno segnato la storia antica e recente di ebrei, cristiani e musulmani. Dall'altro lato, gli infedeli verranno considerati come esseri inferiori da eliminare e redimere, attraverso le innumerevoli guerre di conquista che gli imperialismi ebraico, cristiano e islamico hanno perpetrato nei secoli, negli anni e nei mesi passati.

Se la nostra religione è giusta, se il crocifisso sul muro di ogni classe ci ricorda che noi siamo nel giusto e che non dobbiamo far nessun sforzo riflessivo per accettare parti sconosciute di noi, ci sentiamo onnipotenti, ci sentiamo in "grazia divina".

La psicoanalisi ha messo in luce che il neonato sperimenta un sentimento originario di onnipotenza, come se tutto ciò che esiste fosse racchiuso in lui e tutto accadesse per la sola forza magica del pensiero. Il sé grandioso degli esordi dello psichismo, ci fa credere di essere noi stessi il seno che ci nutre, negando dipendenza e bisogno, il lungo e faticoso processo della crescita ci obbliga progressivamente a riconoscere il mondo esterno, il "non sé", il senso del limite, il dolore della separazione e dell'assenza. Quando si crede nella divinità, invece l'onnipotenza può essere conservata, sia pure proiettata nell'immagine di un "di padre" e nelle figure celesti.

Nelle religioni l'anima è immortale e quindi grazie alla fede possiamo eludere l'angoscia della morte. In realtà l'elaborazione della separazione, della perdita e della morte sono un nodo evolutivo cruciale. D'altra parte uno psicoanalista tedesco di origine ebraica, J. Massermann, sostiene che " la religione consiste in certe difese dell'uomo, curiosamente irrealistiche, paradossali, ma onnipresenti ed essenziali all'economia psichica dell'uomo. Le difese sarebbero principalmente tre:
  • l'illusione dell'invulnerabilità
  • l'illusione che dio sia al sevizio dell'uomo
  • l'illusione della bontà dell'uomo verso il suo simile.
Tali meccanismi sarebbero davvero sacri in senso umanitario ed interferire con essi sarebbe altamente dannoso per il paziente e per il terapeuta.

Alla luce di ciò, devo quindi riconoscere che forse ciascuno di noi per quanto forte e maturo deve far ricorso a operazioni di rimozione, negazione, scissione di certe dolorose verità riguardanti la condizione umana. Mi sembra però pericoloso che qualcuno che per sé conosce la qualità fallace di certe convinzioni consolatorie le dispensi magnanimo ad altri, vissuti come più fragili e "minori". Non a caso la Chiesa e i partiti politici che la rappresentano, combattono battaglie furiose a favore della scuola privata in nome della libertà di insegnamento: perché sanno benissimo che il condizionamento culturale effettuato sui bambini avrà effetti permanenti sugli adulti.

…Poi il maestro chiede: Di' un po', Mulcahy, chi è che stava ai piedi della croce quando Nostro Signore fu crocifisso?
Mulcahy è un tonto. I dodici apostoli, signor maestro.
Mulcahay, come si dice imbecille in irlandese?
Amadàn, signor maestro.
E che cosa sei tu, Mulcahy?
Un amadàn signor maestro.
Fintan Slattery alza la mano. Signor maestro, il lo so chi stava ai piedi della croce.
Ovvio che Fintan sappia chi stava ai piedi della croce. Come potrebbe non saperlo? Fintan va sempre a messa con la madre, che è nota per la sua santità. La madre di Fintan è così santa che suo marito è scappato in Canada a tagliare i boschi, felice e contento di sparire e di non farsi più sentire da nessuno.


Ritornando ai miei ricordi; il signore poco vestito che stava davanti al mio banco di scuola mi ha in realtà aiutata poco, ricordo di aver, nonostante la sua intercessione fatto un sacco di macchie sul quaderno, ma molto probabilmente era impegnato in cose più importanti.

All'affermazione di Nietzsche che " Dio è morto" Woody Allen risponde "No, ha solo traslocato e ora lavora a un progetto meno ambizioso".