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Come perdona il cervello?

L'atto del perdonare attiva emozioni positive, coinvolge molte aree cerebrali e "si configura come un processo cognitivo articolato che può consentire all'individuo di superare stati emotivi negativi tramite la rivalutazione in termini positivi di un evento negativo".

Sono le parole del prof. Petrini, co-autore di una ricerca condotta dall'Università di Pisa e pubblicati sull'ultimo numero di Frontiers in Human Neuroscience. Ai soggetti è stato chiesto di pensare ad un evento doloroso causato da altre persone (ad esempio il tradimento di un partner) ed immaginare la possibilità di perdonare oppure di portare rancore o vendicarsi a seguito di tale evento. In seguito i partecipanti dovevano assegnare un punteggio al livello di sollievo conseguente all'atto di perdonare. A questi risultati è stato affiancato l'utilizzo delle moderne tecniche di neuroimaging.

"Nel corso della storia il perdono è stato invocato dalla religione e da leader politici come la risposta moralmente corretta nei confronti di un’offesa. Il nostro studio ora indica che il perdono affonda le proprie radici nel cervello."
(...)
"Il nostro studio esplora per la prima volta i correlati neurologici del perdono. Abbiamo registrato una connessione tra il perdone e il sollievo, che conferma la bontà del suo utilizzo in ambito terapeutico come aiuto per la promozione della salute mentale."

Lo studio è disponibile in FULL TEXT al seguente indirizzo: http://www.frontiersin.org/Journal/10.3389/fnhum.2013.00839/full?utm_source=NPG&utm_medium=Facebook&utm_content=Content&utm_campaign=FBK_SM_1401_FNHUM%26WT.mc_id%3DFBK_SM_1401_FNHUM_CON