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La Cina apre le porte alla psicoterapia

Come riporta il Guardian, dopo 27 anni la prima legge nazionale relativa alla salute mentale ha visto la luce nel 2013, col riconoscimento della figura dello psicoterapeuta (http://www.saponline.org/upload/20121220/special_article.pdf) e questo sta permettendo un'avvicinamento della popolazione cinese alla "cura con le parole", tanto che a Shangai si è recentemente tenuto il Congresso internazionale della Federazione internazionale di psicoterapia (IFP).

Sotto la dittatura maoista la psicologia e la psicoterapia furono vietate, a favore di una psichiatria medicalizzata. Ma la patologia psichica è tuttora un forte tabù, tanto che Zhao Xudong, psichiatra e docente presso l'Università di Tongji (Shanghai) ha affermato che sarebbe necessario un numero almeno 5 volte maggiore di psichiatri rispetto a quelli attualmente abilitati per far fronte alla richiesta della popolazione.

Con 16 milioni di diagnosi di patologie psichiatriche gravi, 26 milioni di cittadini affetti da depressione, 67 milioni da disturbi d'ansia e, più in generale, 173 milioni di persone in precarie condizioni di salute mentale, la situazione dei disturbi psicologici in Cina assume contorni importanti. Alcuni ricercano le radici del crescente malessere nei traumi della recente storia cinese -guerre, carestie, rivoluzione cilturale- e dell'espansione del mercato privato, motore del boom economico recente e della messa in discussione del senso di appartenenza profondamente radicato nella cultura cinese.

Una delle maggiori difficoltà ad accogliere la psicoterapia sono le sue radici occidentali (europea e americana), spesso in contrasto con i fondamenti principali della tradizione cinese: se in Occidente si propone un rafforzamento del sè, focalizzando l'attenzione sull'individuo e i suoi bisogni, sulla capacità di esprimere emozioni e desideri, la tradizione orientale vede il sè come limitante, preferendo considerare la persona come inserita in un contesto ed è certamente più restia all'espressione delle emozioni e dei propri bisogni.

Malgrado ciò, l'accesso alla psicoterapia sta comunque diventando un'opzione sempre più spesso scelta dai cinesi per far fronte alle problematiche psicologiche.

L'articolo del Guardian:
http://www.theguardian.com/world/2014/sep/03/china-psychiatrists-talking-therapy-counselling