Uno studio indipendente condotto da 4 Istituti europei (CHE Consult di Berlino, Brussels Education Service, Compostela Group of Universities e Erasmus Student Network) ha messo in luce la grande importanza che il progetto Erasmus ha avuto nei suoi primi 27 anni di vita, essendo nato nel 1987.
I dati più interessanti che emergono riguardano il mondo del lavoro: il 92% dei datori di lavoro intervistati ha riferito di ricercare tra i candidati coloro in possesso di competenze emerse durante il periodo di stage all'estero.
Nei 5 anni seguenti all'esperienza, la percentuale di studenti che sono disoccupati è inferiore del 23% rispetto a chi non ha partecipato al programma e la disoccupazione a lungo termine per gli ex studenti Erasmus è quasi dimezzata rispetto agli altri.
Non solo lavoro: gli studenti Erasmus hanno ottenuto migliori risultati in termini di sicurezza in sè, rapporti interpersonali, abilità nel problem solving, determinazione. Segnali di un'importante esperienza di vita oltre che di studio.
"La mobilità degli studenti è importante per il loro sviluppo personale, ma supporta anche l'integrazione europea e lo sviluppo delle economie e delle società europee", spiega Uwe Brandenburg, Project Manager presso CHE Consult.
L'Italia ha ospitato nel corso degli anni oltre 25000 studenti stranieri e oltre 20000 italiani hanno sfruttato questa importante occasione di crescita personale e professionale.
Il nuovo programma Erasmus+, presentato lo scorso aprile a Firenze mira a rinnovare e potenziare ulteriormente le risorse destinate all'ormai storico progetto.
Link dal sito del CHE: http://www.che-consult.de/cms/?getObject=371&getNewsID=1806&getCB=398&getLang=de#projektebox
