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Rapporto Nazionale tra giovani e alcol

alcoolgiovaniUna ricerca su 1180 studenti residenti in cinque città metropolitane (Napoli, Milano, Palermo, Roma, Torino) e frequentanti le terze classi delle scuole secondarie di primo grado condotto dall'Osservatorio Permanente sui Giovani e l'Alcol in collaborazione con la Società Italiana di Medicina dell'Adolescenza ed il Laboratorio Adolescenza, cerca di fotografare il rapporto tra giovani e alcol in Italia.La rilevazione ha ruotato attorno a varie questioni: l'esperienza della prima assunzione di bevanda alcolica, la frequenza del contatto con bevande alcoliche, l'esperienza dell'abuso di bevande alcoliche, gli atteggiamenti e le opinioni sull'abitudine alle bevande alcoliche, il contorno sociale come fattore ostacolante o facilitante l'abuso di alcol e infine le immagini e i simboli legati all'assunzione di bevande alcoliche.

L'obiettivo dello studio è stato "quello di ottenere informazioni utili per definire e sviluppare possibili strategie di intervento per prevenire e contrastare l'abuso di alcolici e gettare le basi per sviluppare la responsabilizzazione del bere moderato".

I risultati, presentati al convegno Adolescenti e alcol nelle aree metropolitane, precocità, modelli di consumo, fattori influenti forniscono spunti di riflessione interessanti. Ad esempio: chi assaggia il primo bicchiere in famiglia, ossia la maggioranza dei ragazzi, consuma alcolici e rischia ubriacature in modo molto più moderato rispetto a chi comincia con gli amici. Tra i primi il 13% si è ubriacato una volta e il 3,9% più di una volta, mentre tra i secondi si è ubriacato una volta nel 17,8% dei casi, e più volte nel 12,8%. Anche in termini di genere emergono differenze significative: ad esempio la "pressione" del gruppo è più influente sulle ragazze.

Le conclusioni sono espresse da Enrico Tempesta, Presidente del laboratorio scientifico dell’Osservatorio Permanente sui Giovani e l’Alcool: "E’ indispensabile evitare giudizi e soluzioni semplicistiche e sbrigative, anche perché stiamo parlando di adolescenti per i quali le dinamiche ed i comportamenti sono condizionati dalla contradditorietà propria di questa fase di crescita. Pertanto  anche le eccedenze (ubriacature) vanno approfondite con un’analisi non solo quantitativa, ma anche qualitativa per poter distinguere meglio quelle che sono espressioni temporanee e transitorie di tale contradditorietà (e che spesso si esprimono anche con altri comportamenti a rischio quali bullismo, violenze, sfide sportive a rischio, etc.), da quelle che invece possono configurarsi come sintomo di una evoluzione rischiosa associata ad una vulnerabilità individuale".

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Qui il sito dell'Osservatorio