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Sarà possibile predire la risposta alla psicoterapia della depressione?

fmriRicercatori della University of North Carolina School of Medicine (USA) hanno mostrato che la rilevazione mediante uno speciale tipo di risonanza magnetica (Resting-state functional brain connectivity magnetic resonance imaging, o rs-fcMRI) può permettere di predire che tipo di responsività avrà un paziente alla psicoterapia della depressione.

Lo studio, basato sull'esperienza pluriennale del gruppo di ricerca per comprendere al meglio il funzionamento del cervello di soggetti affetti da disturbo depressivo, ha riguardato 23 soggetti affetti dal disturbo ma ancora non trattati e 20 soggetti utilizzati come gruppo di controllo. I soggetti sono stati inizalmente sottoposti alla scansione cerebrale mediante rs-fcMRI che ha permesso di visualizzare le attività cerebrali interconnesse di varie regioni. La seconda fase prevedeva la partecipazione dei soggetti a 12 sedute con cadenza settimanale di psicoterapia cognitivo-comportamentale. Infine i soggetti sono stati sttoposti al BDI (Beck's Depression Inventory) che ha evidenziato un significativo miglioramento della sintomatologia.

Mettendo assieme i dati, i ricercatori hanno individuato che i soggetti con migliore risposta alla terapia risultavano avere una maggiore connessione tra l'insula anteriore e il giro temporale medio, due regioni rispettivamente nell'assegnazione del livello di importanza agli eventi e nell'esperienza emotiva. Inoltre i soggetti risultavano avere una maggiore connessione tra il solco intraparietale, coinvolto nelle attività che comportano il mantenimento dell'obiettivo, e la corteccia orbitale frontale, coinvolta nell'assegnazione di una valenza positiva o negativa agli eventi.

"Nel futuro saremo in grado di utilizzare queste tecniche non invasive su larga scala per permettere di individuare la scelta terapeutica migliore per ogni singola persona affetta da depressione" afferma Gabriel Dicher, a capo del Dipartimento che si è occupato della ricerca "ad oggi abbiamo molte buone terapie, ma non sappiamo quale funziona meglio con un soggetto specifico".

La depressione maggiore è ad oggi la seconda patologia più diffusa a livello mondiale, almeno 1 persona su 6 la esperisce almeno una volta durante la vita.

La ricerca è stata pubblicata sull'ultimo numero di Neuropsychopharmacology ed è visionabile in FULL TEXT qui:
Resting-State Connectivity Predictors of Response to Psychotherapy in Major Depressive Disorder