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Correlazione tra scopo nella vita e rischi cerebrali

ictusAvere uno scopo nella propria vita, darle un senso, viverla come significativa riduce il rischio di ictus e infarti cerebrali. Lo afferma uno studio pubblicato sulla rivista Stroke della American Hearth Association e coordinato dall’Alzheimer Desease Center del Rush University Medical Center di Chicago (USA).

I partecipanti allo studio hanno partecipato al "Rush Memory and Aging Project”, ognuno è stato sottoposto a misurazioni psicologiche, tra cui una valutazione specifica inerente la solidità degli scopi della propria vita. Dal punto di vista fisico è stata rilevata la presenza di infarti macroscopici e microinfarti a livello cerebrale: il 34% dei pazienti ne riportava del primo tipo e il 28% del secondo tipo. L’associazione tra lo scopo nella vita e i danni cerebrali
è stata misurata mediante modelli di regressione lineare e test semiquantitativo.
 
Dalla ricerca emerge la funzione protettiva dei fattori psicologici nei confronti della funzionalità cerebrale: gli infarti cerebrali macroscopici erano significativamente maggiori per chi aveva ottenuto bassi punteggi nelle valutazioni psicologiche in relazione alla solidità del proprio scopo nella vita (odds ratio, 0.535; 95% confidence interval, 0.346-0.826; P=0.005), mentre l’associazione non è significativa per i microinfarti. 
 
Fattori di rischio quali ipertensione, scarsa attività fisica, depressione e diabete, ma anche segni clinici di ictus o malattia di Alzheimer, non modificano in modo significativo tale correlazione.
 
Lo studio mostra quindi la stretta interrelazione tra psiche e soma e l’importanza di prendersi cura di entrambi gli aspetti in egual misura. "Uno degli scopi del medico deve essere quello di sostenere il paziente nell’intraprendere comportamenti che diano alla propria vita un senso positivo” afferma la dott.ssa Patricia Boyle, coautrice dello studio.
 

Articolo full text: http://stroke.ahajournals.org/content/46/4/1071.long

 

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