Questo sito utilizza cookie, anche di terze parti, per migliorarne l'esperienza di navigazione e consentire a chi naviga di usufruire dei nostri servizi online. Se prosegui nella navigazione acconsenti all'utilizzo dei cookie.
Per maggiori informazioni leggi la privacy policy e la cookie policy presenti nel sito.

Silvano Arieti e il contributo italiano alla psichiatria moderna

arietiNon sono molti gli esponenti italiani del mondo della psicologia e della psicoterapia che possono vantare un ampio riconoscimento anche a livello internazionale. Uno di questi è certamente Silvano Arieti, che 34 anni fa moriva a New York. Il noto psichiatra pisano, di cui è stato festeggiato il centesimo anniversaio della nascita un anno fa, ha lasciato una traccia indelebile nella modernizzazione della psichiatria, con una avveniristica apertura anche al mondo delle nascenti neuroscienze. Fulcro del pensiero e della pratica di Arieti è la relazione, tanto che fu uno dei primi sostenitori della possibilità dell’intervento psicoterapico (e non prettamente medicalizzato, quindi) per i pazienti affetti da psicosi. I concetti da lui espressi in “Interpretazione della schizofrenia” sono noti come “modello traumatico dei disturbi mentali” e costituiscono una alternativa al modello medico dei disturbi mentali.

Arieti è stato professore di psichiatria al New York Medical College. E' stato anche analista con funzione di training presso la Divisione di psicoanalisi al William Alanson White Institute, e curatore dei volumi del “Manuale americano di Psichiatria”. La sua “Interpretazione della schizofrenia” ha vinto il National Book Award nel 1975.

(…) una psichiatria che non vuole spegnere lo spirito bensì cogliere tutte le possibili risorse che continuano a vivere nell’individuo anche quando le ombre dell’angoscia psicotica sembrano far perdere ogni reale possibilità di contatto esistenziale, inter-umano. Sostenendo con passione la tesi che nella psicosi si realizzano significati umani, e coniugando la clinica con le ricerche sull’interazione di cognizione, volizione e affettività, esplora gli aspetti psicobiologici delle emozioni e delle motivazioni, integrando l’indirizzo interpersonale nei suoi studi sul Sé intrapsichico” (da Silvanoarieti.it)