Questo sito utilizza cookie, anche di terze parti, per migliorarne l'esperienza di navigazione e consentire a chi naviga di usufruire dei nostri servizi online. Se prosegui nella navigazione acconsenti all'utilizzo dei cookie.
Per maggiori informazioni leggi la privacy policy e la cookie policy presenti nel sito.

L'Adhd nell'infanzia e quella dei giovani adulti potrebbero essere malattie distinte

young-boy-holds-adhd-text-written-sheet-paper-attention-deficit-hyperactivity-disorder-close-up-65137383Due articoli e un editoriale pubblicati su Jama Psychiatry hanno esaminato la sindrome da deficit di attenzione/iperattività (Adhd) nell'infanzia e tra i giovani adulti. Dal primo studio, svolto da Louise Arseneault del King's College di Londra e colleghi, emerge che il 65% dei diciottenni con diagnosi di Adhd non mostrava i criteri diagnostici per la malattia nelle valutazioni fatte nell'infanzia. Non solo: i dati degli autori indicano che i giovani adulti con Adhd tardiva avevano meno sintomi e un quoziente intellettivo (QI) maggiore rispetto ai coetanei con malattia persistente, ossia presente fin dall'infanzia.

Dallo studio, cui hanno preso parte 2.040 soggetti provenienti da una coorte di gemelli nati in Inghilterra e Galles, emerge che i soggetti con Adhd nell'infanzia avevano, rispetto a quelli con malattia tardiva, un quoziente intellettivo più basso a 18 anni e una maggiore compromissione delle attività sociali, scolastiche o lavorative, oltre a più marcati disturbi d'ansia e della condotta con frequente dipendenza da marijuana.

«Servono ulteriori indagini per comprendere meglio i motivi dell'eterogeneità della popolazione adulta con Adhd, cosa che potrebbe avere significative implicazioni nella scelta del trattamento» concludono gli autori. Nel secondo studio invece, Luis Augusto Rohde dell'Hospital de Clinicas de Porto Alegre in Brasile, ha esaminato con i coautori i dati di 5.249 individui nati in Brasile nel 1993 nei quali la presenza di Adhd è stata indagata a 11 e a 18 anni di età. E dai risultati emerge che fra i 393 bambini con Adhd infantile, il 15,3% aveva sintomi anche nella prima età adulta, mentre il 73,3% non aveva più sintomi e l'11,5% si era perso al follow-up. «Con un tasso di persistenza del 17,2%, i nostri risultati non supportano l'ipotesi che l'Adhd in età adulta sia un proseguimento della malattia infantile, suggerendo invece la presenza di due sindromi diverse con distinte traiettorie di sviluppo» concludono i ricercatori.

E Joseph Biederman, della Harvard Medical School di Boston, scrive in un editoriale di commento: «In questo numero di Jama Psychiatry due ampi studi longitudinali concludono non solo che l'insorgenza di Adhd può verificarsi in età adulta, ma che quest'ultima e quella a esordio infantile possono essere due malattie distinte. Se questi dati saranno confermati da ricerche future potrebbe essere necessario modificare gli attuali criteri diagnostici della malattia».

Jama Psychiatry 2016. doi: 10.1001/jamapsychiatry.2016.0400 http://archpsyc.jamanetwork.com/article.aspx?doi=10.1001/jamapsychiatry.2016.0465

Jama Psychiatry 2016. doi: 10.1001/jamapsychiatry.2016.0465 http://archpsyc.jamanetwork.com/article.aspx?doi=10.1001/jamapsychiatry.2016.0400

Jama Psychiatry 2016. doi: 10.1001/jamapsychiatry.2016.0383 http://archpsyc.jamanetwork.com/article.aspx?doi=10.1001/jamapsychiatry.2016.0383

(fonte: Doctor33.it)