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La pratica dell'integrazione in psicoterapia

24, 25, 26 marzo 2006, Via Fiume, 12 - 50100 Firenze (Hotel Albani)

2° congresso nazionale SEPI Italia
La pratica dell'integrazione in Psicoterapia
L'integrazione psicoterapeutica nella pratica clinica, nella formazione e nella ricerca

Organizzazione scientifica: Tullio Carere-Comes (SEPI Italia)
Organizzazione generale: Patrizia Adami Rook (SPC)

Il 2° Congresso fa tesoro dell'esperienza del primo e rilancia il dialogo sul terreno delle diverse pratiche (cliniche, formative e di ricerca), con l'invito a de-enfatizzare le opzioni teoriche per foca-lizzare l'attenzione prevalentemente sul modo in cui l'integrazione psicoterapeutica concretamente si realizza nei diversi contesti. Ai relatori è chiesto di descrivere in uno stile per quanto è possibile teoreticamente neutro e vicino all'esperienza il modo in cui nel loro lavoro integrano diversi ap-procci teorici o tecnici nella clinica, nella formazione e nella ricerca. Sulla base di questo approccio pratico, esperienziale e/o empirico, si cercherà di sviluppare il dibattito sulla questione se la terapia finalizzata alla cura di disturbi specifici con procedure empiricamente supportate e la cura come processo di conoscenza di sé e formazione personale debbano essere intese come due pratiche diverse e distinte, o piuttosto come due aspetti di un’unica pratica.

L’obiettivo del Congresso è di aprire dei canali di dialogo, o quanto meno di evidenziare i punti in cui questo sembra impossibile. Sappiamo, per l’esperienza del 1° Congresso, che si incontrano – e si scontrano – diverse concezioni del dialogo. Si va da concezioni di darwinismo culturale, per le quali dialogare significa confrontare diverse visioni del mondo, nell’aspettativa che dal confronto emergano le visioni più ‘forti’ o più adatte a descrivere il mondo, ad altre più ispirate alla fenome-nologia, per le quali ciò che conta è piuttosto la sospensione di ogni presupposto per aprire uno spazio almeno relativamente libero da ipoteche teoriche. Si tenterà pertanto di sviluppare un me-tadialogo, ovvero un dialogo tra fautori di diverse concezioni del dialogo, esplorando anche qui la questione se le diverse concezioni siano realmente alternative, o non possano piuttosto utilmente integrarsi.

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