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Il legame arcaico dei segnali visivi

La notizia
Denti bianchi: quanto costa avere un bel sorriso? E' la nuova ossessione di politici, star e imprenditori. Avere un'arcata dentaria a prova di primo piano. Perché il successo comincia dagli incisivi.
Panorama, 20 dicembre 2001

Il commento
Mi ha colpito la foto da pubblicità dentifricia di Julia Roberts (i buoni sentimenti americani) a tutti denti sulla copertina di Panorama. Quasi che il mondo dell'immagine in questo clima di guerra e intolleranza, pur usando una donna, avesse pudore a schiaffare il solito nudo in prima pagina.

Certo il primo piano per conquistare folle e sedurre menti pigre, col sorriso, è uno strumento di una efficacia intuitivamente sempre saputa.

Infatti gli enormi manifesti da grande fratello (a proposito, chi l'ha letto davvero sa che non è solo una trasmissione televisiva, ma una immagine incombente nel libro fantascientifico di Orwell "1984" che tratteggiava un futuro in cui il continuo rimaneggiamento della storia e lo slogan "L'ignoranza è forza" tenevano in schiavitù psicologica l'intera inconsapevole popolazione) sono stati ampiamente usati nella politica, specie se totalitaria.

Pertanto reggere, a livello estetico, il primo piano è un imperativo categorico per chi ha una carriera pubblica e ogni sacrificio vale la pena, dato che una bella bocca diventa uno status symbol, anche per il costo cospicuo delle cure dentarie a scopo estetico.

Del resto c'è chi con la propria immagine ci lavora, in senso stretto, la gente di spettacolo, e veicola con essa le proprie capacità espressive e comunicative, ma oggi sembra che nessun personaggio di potere sia economico che politico, possa prescindere dalla comunicazione visiva per l'efficacia dei propri messaggi.

Si attivano quindi psicologi esperti di comunicazione, di gestualità, per dirci quando il messaggio verbale si perde o si fissa subliminalmente, a seconda dell'impatto visivo sul destinatario.

Questo accade grazie al legame di significato emotivo-affettivo che si instaura e che è relativo ad arcaici inprinting preverbali.

Il viso in generale ed il sorriso in particolare, costituiscono il primo legame di riconoscimento e di appartenenza, tra madre e bambino, della nostra specie. Al contrario, per esempio, dei gattini che sono ciechi alla nascita e poppano senza guardare in viso la madre, anche per collocazione delle mammelle.

Per cui lo sguardo e il sorriso sono per ciascuno di noi legati all'accudimento materno, al caldo abbraccio che conforta, alla sazietà che calma, al piacere di essere unico per l'altro.

Tutti questi significati, che sono presenti nei primi momenti della nostra vita, si ritrovano nell'incanto dell'innamoramento e del piacere erotico.

Perciò, senza che ce ne accorgiamo, il viso che ci guarda dallo schermo ci comunica la nostra unicità, l'appartenenza, l'importanza che abbiamo per l'altro. E' anche comprensibile che la fatica dell'intelligenza che ci costringe a sentirci uno dei tanti, a cui è rivolto un messaggio strumentale, rispetto a finalità a noi spesso sconosciute, è estremamente deludente.

All'aspetto fisico si è sempre data attenzione, ma più spesso con l'abbigliamento, per valorizzare le caratteristiche e nascondere i difetti, non si metteva in discussione la morfologia spontanea del corpo. Ora si va a toccare e controllare anche questa, soprattutto per cambiare i segni lasciati dal tempo. Attraverso la chirurgia estetica in particolare si cerca di modificare il viso.

Quindi forse c'è qualcosa di più che non il solo valore estetico?

Il viso specchio dell'anima che porta i segni dei nostri stati d'animo presenti e passati, oggi vogliamo che divenga schermo, per potervi proiettare la nostra volontà di potere sull'altro e più potere abbiamo più sono importanti i segnali anche fisici di questo potere.

L'animale uomo è l'unico, insieme alle scimmie, che sorride fin da neonato. E il sorriso è un potentissimo stimolo al legame.

Tuttavia proprio perché il sorriso inizia prima della dentizione, la sua funzione prescinde dall'esibizione dell'intera dentatura in tutta la sua lucentezza.

Una bella e forte dentatura è una difficile conquista, per le vicissitudini dello svezzamento, con le sue sofferenze e della prima dentizione con tutte le sue microperdite. Quindi una bella dentatura che segnala salute, giovinezza, prestanza fisica, sicurezza delle proprie armi, sembra il risultato di chi ha affrontato con coraggio tutte le prove di iniziazione nella giungla della vita.

Noi tapini dalla dentature così e così, dalle lunghe torture con gli apparecchi ai denti, come minimo, se non con le cure dentistiche di cui conosciamo il dolore e l'umiliazione, come possiamo resistere ad un caldo sorriso a denti smaglianti (luccicano come specchietti per allodole).

E come ricordare allora il simbolismo legato ai denti, al mostrare i denti come segno di forza e di sfida. Oppure come ricordare che a cavalli e schiavi si guardavano i denti per deciderne i prezzo.

Come distinguere un sorriso costruito da uno sincero? Paradossalmente è piuttosto semplice. Jiulia Roberts o Berlusconi possono incantare con il loro bel sorriso, ma noi che relazione abbiamo con loro? Ciò che ci può catturare è l'intimità e la vicinanza di una relazione che non esiste. Perciò solo in relazioni autentiche, concrete e vissute possiamo non essere ingannati da un sorriso, che i denti siano belli o brutti.

Il nostro compito difficile è permetterci di apprezzare esteticamente, senza lasciarci sedurre ad accogliere significati non filtrati dalla nostra, sempre meno usata, intelligenza.