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L'Euro e l'età infantile della pietra

La notizia
Rudolf Hickel professore di scienze economiche all'Università di Brema intervistato a proposito dell'ansia che attanaglia i tedeschi per il passaggio all'euro risponde dicendo che la scadenza del primo gennaio 2002 in realtà ha un valore relativo sul piano economico, perché l'euro è già stato di fatto introdotto nel 1999. La novità sta solo nel fatto che cambiano le monete e le banconote nel portafoglio. Il problema è che il denaro ha molti significati.
Il Manifesto, 27 dicembre 2001

Il commento
In questi giorni che precedono l'introduzione della circolazione materiale dell'euro si sono formate agli sportelli postali e nelle banche lunghe code di cittadini che hanno atteso, in alcuni casi per ore, di poter acquistare il minikit contenente le nuove monete euro. Alcuni istituti di credito hanno dato ai propri operatori di sportello l'indicazione di consegnare un solo minikit ad ogni intestatario di conto corrente e questo ha provocato in alcune occasioni accese discussioni tra i cassieri e quei clienti che pretendevano di venire in possesso di più pacchetti.

Tutta questa fretta e bisogno di accaparrarsi le agognate monetine possono risultare poco comprensibile dato che dal primo gennaio i nostri portafogli saranno invasi da un'enorme quantità di spiccioli e che per almeno altri due mesi potremo ancora utilizzare, parallelamente alla nuova moneta, le lire. Il problema è che il denaro ha molti significati, come correttamente è rilevato dal professore intervistato, a tale proposito è interessante quanto è proposto da Sandor Ferenczi nel suo articolo del 1914 intitolato "Sull'ontogenesi dell'interesse per il denaro". In questo scritto l'autore esamina in quale misura l'esperienza individuale favorisce la trasformazione dell'interesse erotico-anale in interesse per il denaro. Partendo dalla scoperta di Freud dell'esistenza di uno strettissimo rapporto tra il denaro e lo sterco, l'osservazione del comportamento infantile ci mostra come il bambino originariamente rivolga il proprio interesse verso il processo di defecazione provando diletto nel trattenere le feci. I materiali fecali trattenuti, veri e propri "primi risparmi" rimangono in correlazione inconscia con tutte quelle attività che abbiano alla loro base il raccogliere, il collezionare. Successivamente l'interesse del bambino, allorché l'odore delle feci gli diviene repellente, si sposta su altro materiale non maleodorante come per esempio il fango, nel momento che il senso di pulizia aumenta qualsiasi materiale umido e viscoso viene sostituito dalla sabbia che pur mantenendo lo stesso colore è asciutta e pulita. Durante la crescita anche la sabbia diventa inaccettabile e inizia così quella che Ferenczi definisce "l'età infantile della pietra", durante la quale il bambino raccoglie pietrine d'ogni colore e forma. Dopo le pietre i manufatti diventano oggetto della mania collezionistica infantile e a questo punto il passo per l'interesse a maneggiare monete e monetine è ormai avvenuto. Originariamente ciò che colpisce il bambino non è il valore puramente economico, ma il piacere di guardare, manipolare i dischetti metallici. In questo modo lo sviluppo del simbolo del denaro è compiuto. Il piacere che prima dava il contenuto intestinale, ora diviene piacere per il denaro che non è altro che "sterco inodore, disidratato e luccicante".

A conferma di quanto rilevato da Ferenczi è interessante a mio avviso costatare come altre forme di pagamento come i nuovi carnet d'assegni in euro e le carte bancomat, mezzo quest'ultimo che evita eventuali errori di conversione, non sono stati oggetto in questi giorni d'altrettanta attenzione e ansiosa richiesta come le nuove monetine. Un altro fenomeno che sta avvenendo in questi ultimissimi giorni prima del fatidico passaggio è l'aumento esponenziale, alcuni dati degli istituti di credito indicano più del doppio rispetto allo stesso periodo negli anni precedenti, di prelievi di contante (lire) presso gli sportelli bancari e bancomat, proprio nel momento in cui sarebbe consigliabile, apparentemente, ridurli data la necessità prossima di restituire le lire per convertirle in euro. Questo paradossale comportamento potrebbe essere messo in relazione al timore che molte persone provano nel gestire un cambiamento, una novità, paura che può portare a negare in senso difensivo quegli aspetti della realtà che vengono vissuti inaccettabili e pericolosi.

L'euro, moneta con radici culturali e storiche ancora poco evidenti, diventa così una sorta di oggetto alieno che arriva a sostituire ciò che invece viene vissuto, da alcuni discorsi colti per la strada in modo nostalgico e romantico, come qualcosa di familiare e rassicurante. Tutto questo avviene in un momento storico dove la possibilità individuale di gestire il proprio pensiero, compresi gli aspetti pratici della vita, viene costantemente delegato alla tecnologia, come per esempio l'utilizzo del computer anche per risolvere le piccole incombenze domestiche, o all'altro allo specialista, cioè a colui che ci può evitare di sforzarci ad affrontare i piccoli e grandi ostacoli della vita.

Purtroppo ciò non permette all'individuo di allenarsi, di abituarsi ad avvicinare con fiducia e quindi di gestire i cambiamenti e le novità, rischiando così di perdere quell'opportunità, che l'uomo ha fin dalla sua infanzia, di esplorare e sperimentare per prove di errore il mondo circostante non ancora conosciuto.