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Il danno dell'esistenza, l'esistenza del danno

La notizia
Il danno esistenziale un'arma per gli infelici. Il concetto è stato applicato ad una vita rovinata dai rumori di una tipografia. Potrà valere anche per un coniuge tradito?
Il Secolo XIX del 26 febbraio 2003

Maurizio Lo Faro Il commento
Nel 1992 una coppia di tranquilli coniugi che vive alla periferia di Milano, si accorge che, all'interno di un capannone poco distante dalla loro casa, viene installata una tipografia. Subito si rendono conto che gli impianti utilizzati per la stanza sono rumorosissimi. Da quel giorno la loro vita non è più quella di prima. Diventano nervosi, irascibili…

Qualcosa invade l'esistenza di alcune persone, una tranquilla coppia - la moglie per riuscire a dormire è costretta ad ingoiare grandi quantità di sonnifero- il rumore occupa ogni luogo e lo spazio per pensare sembra assottigliarsi irreversibilmente, diventare nullo.

Ciascun giorno sembra uguale all'altro; nella mente dei due poveretti non c'è ormai posto alcuno per la fantasia, l'immaginazione, il simbolo; ogni cassetto diventa saturo, triste. All'apertura di ogni giornata sembra uscire soltanto fracasso assordante.

Senza il pensiero anche il sonno diventa impossibile e con esso il sogno; chiusi, soffocati, da un mondo concreto da cui non trovano vie di fuga i coniugi decidono di rivolgersi al giudice lamentando che la loro esistenza è stata danneggiata da quei rumori. Forse ciò che lo "stress" provoca è quell'ingrigirsi di ogni cosa, la fuga di ogni motivazione e di ogni attribuzione di significato, l'appiattimento di ogni emozione. Rimane solamente un'angoscia che pervade l'individuo e che non è possibile contenere o nominare perché non resta un luogo mentale libero dove poterlo fare. Qualsiasi paura o difficoltà pare emergere come un relitto sul mare e sembra impossibile un vento risolutore che spazzi via ogni dramma. La serenità della nostra esistenza, la tranquillità della nostra vita quotidiana all'interni delle mura domestiche, sono il patrimonio più importante che abbiamo.

Un fattore esterno, in questo caso, sconvolge l'esistenza finora apparentemente tranquilla. Ma che può succedere quando parlando del "danno esistenziale" viene chiamata in causa l'infedeltà coniugale?

Ecco allora quale sarà il campo in cui più frequentemente sentiremo invocare il danno esistenziale: quello dei coniugi traditi […]. E se la moglie (o perché no, il marito) rifiuta il debito coniugale?Anche in questo caso vi è una lesione della personalità dell'altro e si crea stress, nervosismo, irascibilità, comunque si turba la serenità domestica.

Anche sta volta qualcosa sembra occupare uno spazio saturandone gli elementi creativi, possibili… Quasi che ciò che accade non dipenda dai singoli soggetti e non venga vissuto all'interno della coppia formatasi - ognuno dà un apporto personale e si costruisce insieme una relazione - ma sia un fattore esterno che va ricercato e punito attraverso l'individuazione di un capo espiatorio. Quest'ultimo - l'elemento colpevole e fedifrago - diventa colui che "cuce" sull'altro l'abito del disagio esistenziale.

Se leggero può diventare scaricare così la propria infelicità, grave può essere sentirsi per sempre piccoli bambini privi della possibilità di agire attivamente sugli elementi della propria esistenza vivendosi come fogli di carta soffiati via da un vento inesorabile, impotenti a decidere cambiare alcunché.