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I neuroni dei pazienti bipolari e la risposta al litio

cellule-bipolariLe cellule cerebrali di pazienti con disturbo bipolare sono più sensibili agli stimoli rispetto ai neuroni delle altre persone. La scoperta, pubblicata sull'ultimo numero di Nature, è una delle prime a mostrare a livello cellulare come il disturbo colpisce il cervello. Inoltre, rivela perché alcuni pazienti rispondono al trattamento con litio, mentre altri non lo fanno.

"Non tutti i ricercatori erano d'accordo che ci fosse una causa cellulare per il disturbo bipolare", afferma Rusty Gage, professore presso il Laboratorio di Genetica al Salk Institute (California, USA) e autore del lavoro. "Il nostro studio è una conferma importante che le cellule di questi pazienti sono davvero diverse".

Il disturbo bipolare colpisce più di cinque milioni di...

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Integrazione e Comparazione in ambito socio-psico-giuridico. Il lavoro di rete tra professionisti

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La Scuola Di Psicoterapia Comparata sede di Firenze organizza l'evento

Integrazione e Comparazione in ambito socio-psico-giuridico

il lavoro di rete tra professionisti

Sabato 14 novembre 2015
10.00-13.00 / 14.30-17.30
SPC - viale Gramsci 22 Firenze

Programma:

10,00 Annalisa Campai - Si vis pacem para pacem. Promuovere la consensualita nella separazione e nel divorzio
11,00 Francesco Samà - Il conflitto della coppia: Negoziazione assistita e mediazione familiare
11,30 pausa
12,00 Genitori imbestialiti, bambini caregiver. Confronto sulle dinamiche familiari a partire dalla visione di un video - conducono Andrea Innocenti, Martina Margheri

13,00 pausa

14,30 Elisa Manco, Manuele Matera - L’approccio integrato multidisciplinare in ambito psicogiuridico: presentazione di un caso di tutela di un minore
16,00 pausa
16,30 Samuel Panizza, Patrick Simoni - Discussione di casi nell’ottica del lavoro di rete tra professionisti

17,30 Conclusione lavori


Evento gratuito
con attestato di partecipazione
E' richiesta la prenotazione (Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo. / 0552479220)

A Firenze meno litigi in classe con il diagramma delle emozioni

Mood-meterDavanti al cartellone diviso in quattro quadrati rosso, giallo, blu e verde, i bambini si muovono con allegra naturalezza, come davanti a uno specchio. E un po' specchio lo è quello strano diagramma di flusso: riflette le emozioni di ogni ragazzino e le unisce a quelle della classe.

«Come ti senti oggi, Francesco?», chiede l'insegnante. E lui con una matita segna un punto tra le ascisse e le ordinate nel tratto colorato che più lo rappresenta. Nel quadrante rosso ci sono rabbia e paura (e moltissimi altri stati d'animo), nel blu tristezza ma anche noia e demotivazione, nel verde uno stato di rilassatezza e nel giallo la felicità e l'entusiasmo.

Quel diagramma si chiama Mood Meter ed è uno strumento per comprendere gli stati d'animo: una delle icone operative di un progetto sull'intelligenza emotiva realizzato a Firenze da Per Lab, spin-off dell'Università del capoluogo toscano...

Articolo originale "A Firenze meno litigi in classe con il diagramma delle emozioni" (Marco Gasperetti, Corriere.it, 7 ottobre 2015)

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Pazienti psicotici e gruppo di controllo durante la visione di "Alice in Wonderland"

alice-in-wonderlandE’ stato presentato in questi giorni al 28esimo Congresso dello European College of Neuropsychopharmacology (ECNP) che si sta svolgendo ad Amsterdam un innovativo studio sulla modalità di processare le informazioni da parte di pazienti che sperimentano un primo episodio psicotico.

Lo studio ha coinvolto 46 pazienti con un primo episodio psicotico alle spalle (non con sintomatologia psicotica cronica) e 32 soggetti del gruppo di controllo. Ad entrambi i gruppi è stata proposta la visione del film “Alice in Wonderland” di Tim Burton mentre venivano sottoposti ad una risonanza magnetica funzionale in grado di rilevare le attività cerebrali nelle varie aree. E’ emersa una differenza significativa nell’attività del precuneo, area associata con la memoria, il coordinamento visuospaziale e l’autoconsapevolezza. Ciò fa pensare ad un coinvolgimento di questo nucleo cerebrale con gli episodi psicotici. La dott.ssa Eva Rikandi della Aalto University (Finlandia), co-curatrice dello studio, afferma di essere in grado di...

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Essere Sigmund Freud

essere-Sigmund-FreudL’immaginarsi nel corpo di un’altra persona non incide solo sulla nostra percezione, ma anche sul nostro modo di pensare. E' quanto sostiene un lavoro pubblicato in un articolo su Scientific Report - Nature, in cui i soggetti dell'esperimento, dopo aver chiesto consiglio su un problema psicologico personale, hanno risposto a se stessi incarnando Sigmund Freud. "E quando incarnavano lo psicoanalista viennese, il loro consiglio era molto più efficace rispetto a quando rispondevano semplicemente a se stessi", afferma la dott.ssa Sofia Adelaide Osimo, ricercatrice del SISSA Lab (Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati di Trieste), che ha condotto questo lavoro in collaborazione con i colleghi del Laboratorio EVENT dell'Università di Barcellona.

Precedenti studi hanno dimostrato che l’illusione creata mediante realtà virtuale, una sorta di “immersione” in una realtà costruita ma verosimile, può provocare cambiamenti nella percezione; l'interesse di questo studio era valutare se potesse influenzare anche i processi di pensiero.

I volontari, indossando sofisticati dispositivi di VR (realtà virtuale), sono stati immersi...

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Elisabeth Kübler Ross e le 5 fasi del lutto

luttoMoriva esattamente 11 anni fa la psichiatra elvetica Elisabeth Kübler Ross (1926-2004), nota sopratutto per la teorizzazione del modello a cinque fasi dell’elaborazione del lutto. Secondo l’autrice di “On death and dying” (1969), di fronte alla diagnosi di malattia terminale, il soggetto passa attraverso 5 momenti: denial and isolation, anger, bargaining, depression, acceptance, ovvero diniego, rabbia, negoziazione, depressione e accettazione. Si parla di fasi, e non di stadi, in quanto l’ordine in cui i cinque momenti vengono vissuti non è prestabilito, ogni persona può affrontare prima uno e poi un altro (ad esempio, prima avere una reazione depressiva e poi mutarla in rabbia).


Questo modello, che inizialmente era stato formulato dalla Kübler Ross in relazione alle patologie terminali...

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Sigmund Freud aveva ragione: le nuove ricerche lo 'riabilitano'

Freud-tappetoSaranno le neuroscienze a salvare la psicoanalisi? Se fino a qualche anno fa le teorie di Freud sembravano in procinto di soccombere sotto il peso del progresso scientifico, oggi proprio le tecniche di neuroimaging le rivalutano, confermandone la validità. E dando vita a un nuovo filone di ricerca che indaga le basi fisiologiche dei cambiamenti prodotti nel cervello dalle terapie psicoanalitiche, con l’obiettivo di individuare le radici fisiologiche dei concetti base della psicoanalisi. Come racconta la scrittrice americana Casey Schwartz nel saggio “In the Mind Fields: Exploring the New Science of Neuropsychoanalysis”.

Una novità radicale? In realtà Freud stesso nasce come neurologo, interessato a studiare la struttura del cervello. Anche se all’epoca le neuroscienze erano appena agli inizi, e l’esistenza stessa dei neuroni ancora in discussione. Oggi, osserva lo psicoanalista Amedeo Falci, coordinatore del gruppo Psicoanalisi e Neuroscienze della Società Psicoanalitica Italiana, «sono sempre di più gli psicoanalisti convinti che gli strumenti offerti dalle neuroscienze siano indispensabili per il futuro della psicoanalisi».

Per vedere come cambia il cervello prima e dopo la terapia si utilizzano soprattutto tecniche di visualizzazione come la tomografia a emissione di positroni (Pet) e la risonanza magnetica funzionale (fRmi). Lavorando, in genere, con pazienti che hanno seguito psicoterapie brevi a orientamento psicoanalitico...

Articolo originale "Sigmund Freud aveva ragione: le nuove ricerche lo 'riabilitano'" (Paola Emilia Cicerone,  L’Espresso, 8 settembre 2015)

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Colloqui specializzazione - 9 ottobre 2015

12giuLa Scuola di Psicoterapia Comparata, sede di Firenze, comunica che per il giorno 9 ottobre 2015 sono previsti i colloqui per l'ammissione al Corso di Specializzazione Quadriennale in Psicoterapia Comparata (AA.FF. 2016-2019).

Modalità di svolgimento: ...

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Trasformare il respiro in parole, il futuro per i pazienti con paralisi?

devide paralisiStudiosi dell’Università di Loughborough (UK) hanno presentato uno strumento che potrebbe rivelarsi un grande contributo per permettere una conversazione a chi soffre di grave paralisi o è affetto da patologia della fonazione: il prototipo analizza i cambiamenti nella respirazione e trasforma tali segnali in parole utilizzando un software di riconoscimento e un convertitore analogico-digitale; un sintetizzatore vocale quindi legge le parole ad alta voce.

Il dispositivo, chiamato Augmentative and Alternate Communication (AAC), è stato progettato in modo da apprendere dall’utente che lo sta utilizzando, creando una sorta di “lingua su misura” sulla base della velocità del respiro e delle indicazioni dell’utilizzatore.

 

Il dottor David Kerr della School of Mechanical and Manufacturing Engineering, afferma: “quello che noi proponiamo è un sistema che apprende dall'utente in modo da formare un vocabolario efficace che si adatta alla persona piuttosto che alla macchina. Finora abbiamo registrato un tasso di successo del 97,5 per cento. I dispositivi AAC attualmente in uso sono lenti e vanno da strumenti cartacei a costosi, sofisticati dispositivi elettronici. Il nostro dispositivo AAC utilizza segnali analogici in forma continua, che dovrebbe dare un vantaggio maggiore in quanto più informazioni possono essere raccolte in uno spazio di tempo più breve”.

Il dott. Atul Gaur, Consultant Anaesthetist al Glenfield Hospital aggiunge: "Questo dispositivo potrebbe trasformare il modo in cui le persone

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Silvano Arieti e il contributo italiano alla psichiatria moderna

arietiNon sono molti gli esponenti italiani del mondo della psicologia e della psicoterapia che possono vantare un ampio riconoscimento anche a livello internazionale. Uno di questi è certamente Silvano Arieti, che 34 anni fa moriva a New York. Il noto psichiatra pisano, di cui è stato festeggiato il centesimo anniversaio della nascita un anno fa, ha lasciato una traccia indelebile nella modernizzazione della psichiatria, con una avveniristica apertura anche al mondo delle nascenti neuroscienze. Fulcro del pensiero e della pratica di Arieti è la relazione, tanto che fu uno dei primi sostenitori della possibilità dell’intervento psicoterapico (e non prettamente medicalizzato, quindi) per i pazienti affetti da psicosi. I concetti da lui espressi in “Interpretazione della schizofrenia” sono noti come “modello traumatico dei disturbi mentali” e costituiscono una alternativa al modello medico dei disturbi mentali.

Arieti è stato professore di psichiatria al New York Medical College. E' stato anche analista con funzione di training presso la Divisione di psicoanalisi al William Alanson White Institute, e curatore dei volumi del “Manuale americano di Psichiatria”. La sua...

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Presentazione del corso di specializzazione in Psicoterapia Comparata

banner 25set2015

 

La Scuola è lieta di ospitare i colleghi e gli studenti che desiderano conoscere l'approccio comparato e la formazione in psicoterapia. L'incontro prevede la presentazione del modello formativo e un dialogo con il Direttore e i docenti e i terapeuti della Scuola.

Programma dell'incontro

ore 18.15 - Accoglienza, registrazione partecipanti

ore 18.30 - L'approccio comparato
Giovanna D'Onghia, docente e terapeuta didatta SPC

ore 19.00 - Presentazione del modello formativo
Pietro Caterini, Direttore SPC

ore 19.45 – Aperitivo

L'evento è gratuito, raccomandata la prenotazione

sede: Viale Gramsci 22 Firenze
info e prenotazioni: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo. - 0552479220 - firenze.spc.it

http://firenze.spc.it

www.facebook.com/psicoterapiacomparata

 

16 giugno: Bloomsday

Joyce“Qual è l'età dell'anima umana? Come ella ha virtù di camaleonte nel modificare colore ad ogni nuovo avvicinamento, nell'esser felice con i beati e triste con i disperati, così è anche l'età, mutevole come il suo temperamento” (James Joyce, Ulisse)

Oggi, 16 giugno, è il Bloomsday, ovvero il giorno in cui è ambientato uno dei romanzi più significativi del 900: Ulisse di James Joyce.

Nell’odissea/Odissea narrata dal romanziere irlandese, che ha appunto in Leopold Bloom il protagonista principale, le cui vicende e incontri, narrati sotto forma di flusso di coscienza, si dipanano lungo l’arco di una giornata, emergono le dinamiche relazionali, l’autoanalisi, i parallelismi con i romanzi epici, a cui fa da sfondo il fervido clima culturale di inizio secolo. Quel clima culturale in cui emergeva con forza il pensiero psicoanalitico: basti pensare che, a cavallo della pubblicazione dell’opera di Joyce, Sigmund Freud pubblicò “Al di là del principio del piacere”, “Psicologia delle masse ed analisi dell'Io” e “L’Io e l'Es”.

Qui il link per un anteprima della lettura da Google Books